09-05-2012, 18:30
Era la mia impressione da tempo, ma purtroppo non avevo dati. Finalmente qualcuno li porta alla luce.
Siamo ai livelli dell'esplosione dei casi di "cani assassini" :facepalm:
Dati alla mano, il boom di suicidi per la crisi non esiste | Linkiesta.it
Dati alla mano, il boom di suicidi per la crisi non esiste
Daniela Cipolloni*
I numeri parlano chiaro: nel 2012, ogni giorno ci sono 0,29 suicidi per motivi economici, contro lo 0,51 del 2010 e lo 0,54 del 2009. Semmai c'è un altro pericolo: «studi epidemiologici internazionali dimostrano con certezza che le notizie dei suicidi da crisi economica, se presentate in modo sensazionalistico, inducono altri suicidi, innescando un pericoloso effetto domino» dice Claudio Mencacci, direttore del dipartimento di Neuroscienze dellOspedale Fatebenefratelli di Milano. Come racconta bene lanalisi pubblicata da Wired.it, che proponiamo scelta per voi.
Sembra inarrestabile lescalation di suicidi legati alle difficoltà economiche. Un bollettino di guerra, quasi allordine del giorno. Gli ultimi tre casi, due nel salernitano e uno nel milanese nella giornata di ieri, portano a 38 il bilancio delle cosiddette vittime della crisi dallinizio del 2012, quasi un terzo delle quali in Veneto.
Tanto da spingere il segretario dellAssociazione artigiani piccole imprese (Cgia) di Mestre, Giuseppe Bortolussi, a lanciare un appello al presidente Giorgio Napolitano perché intervenga. La politica cavalca londa funesta, con il leader dellIdv, Antonio Di Pietro, che ha usato parole fortissime contro il premier Mario Monti, accusandolo di avere queste morti sulla coscienza. Ma davvero stiamo assistendo a un impennata di suicidi? Davvero la crisi sarebbe la causa di questa strage? Il 2012 sarà ricordato come lanno dei suicidi o forse ce lo stanno dipingendo così? I dati, se si reputano affidabili le 38 morti dichiarate, parlano chiaro: nel 2012, ogni giorno ci sono 0,29 suicidi per motivi economici, contro lo 0,51 del 2010 e lo 0,54 del 2009. Nessuna epidemia suicida in corso, almeno finora. Per valutare davvero la situazione, si dovrà aspettare.
«Ogni anno in Italia si verificano circa tremila casi di suicidio, con punte di quasi quattromila casi nei primi anni Novanta, osserva Stefano Marchetti, responsabile dellultima, recentissima, indagine dellIstituto nazionale di statistica (Istat) su suicidi e tentativi di suicidio in Italia, relativa allanno 2010: «Ogni gesto estremo, come quelli che le cronache recenti raccontano, nasconde una tragedia umana e impone il massimo rispetto. Ma è difficile affermare, a oggi, che vi sia un aumento statisticamente significativo dei suicidi dovuto alla crisi economica. Temo che si stiamo facendo affermazioni forti, senza robuste evidenze scientifiche».
Può sembrare cinico snocciolare numeri e percentuali, ma è lunico modo per separare i fatti dalle impressioni. Dicevamo: 38 suicidi per motivi economici dal 1 gennaio all'8 maggio 2012. Purtroppo sono la punta delliceberg rispetto al fenomeno generale. Nel 2010, per esempio, lIstat ha contato 3.048 suicidi, di cui 187 per motivi economici, «in base a quello specifica Marchetti che viene indicato dalle forze dellordine come il presunto movente». Se si escludono i suicidi per motivi donore (18 in tutto), quello economico è, per assurdo, il movente meno preoccupante di tutti. Quasi una persona su due (1.412) ha deciso di farla finita a causa di una malattia (per 4 su 5 di origine psichica). La seconda causa di suicidio è affettiva: 324 persone si sono tolte la vita per questioni di cuore, quasi il doppio rispetto a chi lha fatto per il conto in banca. E quasi in un caso su tre non è stato possibile individuare il movente del gesto.
Questo per dire che debiti, tasse, difficoltà economiche possono sì indurre a compiere una follia, ma la piaga sociale dei suicidi è molto più vasta e complessa di come appare dai mezzi dinformazione.
Guardiamo agli anni passati, per vedere se la crisi ha colpito davvero. Nel 2008, i suicidi per ragioni economiche sono stati 150, su un totale di 2.828 casi. Nel 2009, sono stati 198 su 2.986 casi. Se si prende solo il dato numerico questo significa che sono aumentati del 24,6% tra 2008 e 2010, ma anche che sono diminuiti del 6 per cento tra 2009 e 2010. Rispetto al totale, questi atti rappresentano il 5,3% di tutti i suicidi nel 2008, il 6,6% nel 2009 e il 6,1% nel 2010. La variazione percentuale, insomma, appare minima.
Dopo di che, è innegabile che le difficoltà economiche o la mancanza di un lavoro possano gettare nella disperazione. Secondo il recente rapporto dellEures Ricerche Economiche e Sociali, intitolato Il suicidio in Italia al tempo della crisi sarebbero in aumento i suicidi tra i disoccupati (362 nel 2010, contro 357 nel 2009 e una media di 270 nel triennio precedente), con un +40% tra 2008 e 2010. I più a rischio sarebbero proprio loro, quelli che hanno perso il lavoro o non riescono a trovarlo, seguiti da imprenditori e liberi professionisti.
Tuttavia occorre cautela prima di emettere sentenze. In Germania, la cui economia tiene, il numero dei suicidi è quasi doppio rispetto allItalia e in Finlandia, dove la qualità della vita è molto più alta, i suicidi sono quattro volte superiori ai nostri. Nella Grecia sullorlo del collasso ci sono poco più della metà dei suicidi rispetto allItalia e può sembrare paradossale, ma il paese nel quale la situazione economica è più drammatica è anche quello dove si verificano meno suicidi in tutta Europa http://www.eures.it/upload/doc_1305878239.pdf.
È giusto affrontare il problema, ma interpretare la situazione attuale come una drammatica emergenza legata alla crisi è una forzatura. Ed è pericoloso, perché il fenomeno dei suicidi è a forte rischio emulazione. Questo sì, è scientificamente provato. «Studi epidemiologici internazionali dimostrano con certezza che le notizie dei suicidi da crisi economica, se presentate in modo sensazionalistico, inducono altri suicidi, innescando un pericoloso effetto domino» dice Claudio Mencacci, direttore del dipartimento di Neuroscienze dellOspedale Fatebenefratelli di Milano: «Le persone che compiono questi gesti estremi sono nella grande maggioranza dei casi entrate da tempo nel tunnel della patologia psichica, prevalentemente depressiva, che toglie la possibilità di trovare soluzioni alternative».
«I gesti estremi possono essere scatenati da fatti contingenti che esasperano una situazione economica già complessa, ma sinnescano in personalità da tempo fragili e vulnerabili che non hanno avuto la possibilità di chiedere aiuto per la loro sofferenza psichica». Lappello rivolto a chi governa è che potenzino i servizi di salute mentale, in questo periodo di recessione. Perché cè tanta gente che non sa a chi chiedere aiuto, ma non solo per motivi economici.
* pubblicato il 9 maggio 2012 su Wired.it con il titolo: I suicidi non sono aumentati per la crisi
Leggi il resto: Dati alla mano, il boom di suicidi per la crisi non esiste | Linkiesta.it
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Dati alla mano, il boom di suicidi per la crisi non esiste
Daniela Cipolloni*
I numeri parlano chiaro: nel 2012, ogni giorno ci sono 0,29 suicidi per motivi economici, contro lo 0,51 del 2010 e lo 0,54 del 2009. Semmai c'è un altro pericolo: «studi epidemiologici internazionali dimostrano con certezza che le notizie dei suicidi da crisi economica, se presentate in modo sensazionalistico, inducono altri suicidi, innescando un pericoloso effetto domino» dice Claudio Mencacci, direttore del dipartimento di Neuroscienze dellOspedale Fatebenefratelli di Milano. Come racconta bene lanalisi pubblicata da Wired.it, che proponiamo scelta per voi.
Sembra inarrestabile lescalation di suicidi legati alle difficoltà economiche. Un bollettino di guerra, quasi allordine del giorno. Gli ultimi tre casi, due nel salernitano e uno nel milanese nella giornata di ieri, portano a 38 il bilancio delle cosiddette vittime della crisi dallinizio del 2012, quasi un terzo delle quali in Veneto.
Tanto da spingere il segretario dellAssociazione artigiani piccole imprese (Cgia) di Mestre, Giuseppe Bortolussi, a lanciare un appello al presidente Giorgio Napolitano perché intervenga. La politica cavalca londa funesta, con il leader dellIdv, Antonio Di Pietro, che ha usato parole fortissime contro il premier Mario Monti, accusandolo di avere queste morti sulla coscienza. Ma davvero stiamo assistendo a un impennata di suicidi? Davvero la crisi sarebbe la causa di questa strage? Il 2012 sarà ricordato come lanno dei suicidi o forse ce lo stanno dipingendo così? I dati, se si reputano affidabili le 38 morti dichiarate, parlano chiaro: nel 2012, ogni giorno ci sono 0,29 suicidi per motivi economici, contro lo 0,51 del 2010 e lo 0,54 del 2009. Nessuna epidemia suicida in corso, almeno finora. Per valutare davvero la situazione, si dovrà aspettare.
«Ogni anno in Italia si verificano circa tremila casi di suicidio, con punte di quasi quattromila casi nei primi anni Novanta, osserva Stefano Marchetti, responsabile dellultima, recentissima, indagine dellIstituto nazionale di statistica (Istat) su suicidi e tentativi di suicidio in Italia, relativa allanno 2010: «Ogni gesto estremo, come quelli che le cronache recenti raccontano, nasconde una tragedia umana e impone il massimo rispetto. Ma è difficile affermare, a oggi, che vi sia un aumento statisticamente significativo dei suicidi dovuto alla crisi economica. Temo che si stiamo facendo affermazioni forti, senza robuste evidenze scientifiche».
Può sembrare cinico snocciolare numeri e percentuali, ma è lunico modo per separare i fatti dalle impressioni. Dicevamo: 38 suicidi per motivi economici dal 1 gennaio all'8 maggio 2012. Purtroppo sono la punta delliceberg rispetto al fenomeno generale. Nel 2010, per esempio, lIstat ha contato 3.048 suicidi, di cui 187 per motivi economici, «in base a quello specifica Marchetti che viene indicato dalle forze dellordine come il presunto movente». Se si escludono i suicidi per motivi donore (18 in tutto), quello economico è, per assurdo, il movente meno preoccupante di tutti. Quasi una persona su due (1.412) ha deciso di farla finita a causa di una malattia (per 4 su 5 di origine psichica). La seconda causa di suicidio è affettiva: 324 persone si sono tolte la vita per questioni di cuore, quasi il doppio rispetto a chi lha fatto per il conto in banca. E quasi in un caso su tre non è stato possibile individuare il movente del gesto.
Questo per dire che debiti, tasse, difficoltà economiche possono sì indurre a compiere una follia, ma la piaga sociale dei suicidi è molto più vasta e complessa di come appare dai mezzi dinformazione.
Guardiamo agli anni passati, per vedere se la crisi ha colpito davvero. Nel 2008, i suicidi per ragioni economiche sono stati 150, su un totale di 2.828 casi. Nel 2009, sono stati 198 su 2.986 casi. Se si prende solo il dato numerico questo significa che sono aumentati del 24,6% tra 2008 e 2010, ma anche che sono diminuiti del 6 per cento tra 2009 e 2010. Rispetto al totale, questi atti rappresentano il 5,3% di tutti i suicidi nel 2008, il 6,6% nel 2009 e il 6,1% nel 2010. La variazione percentuale, insomma, appare minima.
Dopo di che, è innegabile che le difficoltà economiche o la mancanza di un lavoro possano gettare nella disperazione. Secondo il recente rapporto dellEures Ricerche Economiche e Sociali, intitolato Il suicidio in Italia al tempo della crisi sarebbero in aumento i suicidi tra i disoccupati (362 nel 2010, contro 357 nel 2009 e una media di 270 nel triennio precedente), con un +40% tra 2008 e 2010. I più a rischio sarebbero proprio loro, quelli che hanno perso il lavoro o non riescono a trovarlo, seguiti da imprenditori e liberi professionisti.
Tuttavia occorre cautela prima di emettere sentenze. In Germania, la cui economia tiene, il numero dei suicidi è quasi doppio rispetto allItalia e in Finlandia, dove la qualità della vita è molto più alta, i suicidi sono quattro volte superiori ai nostri. Nella Grecia sullorlo del collasso ci sono poco più della metà dei suicidi rispetto allItalia e può sembrare paradossale, ma il paese nel quale la situazione economica è più drammatica è anche quello dove si verificano meno suicidi in tutta Europa http://www.eures.it/upload/doc_1305878239.pdf.
È giusto affrontare il problema, ma interpretare la situazione attuale come una drammatica emergenza legata alla crisi è una forzatura. Ed è pericoloso, perché il fenomeno dei suicidi è a forte rischio emulazione. Questo sì, è scientificamente provato. «Studi epidemiologici internazionali dimostrano con certezza che le notizie dei suicidi da crisi economica, se presentate in modo sensazionalistico, inducono altri suicidi, innescando un pericoloso effetto domino» dice Claudio Mencacci, direttore del dipartimento di Neuroscienze dellOspedale Fatebenefratelli di Milano: «Le persone che compiono questi gesti estremi sono nella grande maggioranza dei casi entrate da tempo nel tunnel della patologia psichica, prevalentemente depressiva, che toglie la possibilità di trovare soluzioni alternative».
«I gesti estremi possono essere scatenati da fatti contingenti che esasperano una situazione economica già complessa, ma sinnescano in personalità da tempo fragili e vulnerabili che non hanno avuto la possibilità di chiedere aiuto per la loro sofferenza psichica». Lappello rivolto a chi governa è che potenzino i servizi di salute mentale, in questo periodo di recessione. Perché cè tanta gente che non sa a chi chiedere aiuto, ma non solo per motivi economici.
* pubblicato il 9 maggio 2012 su Wired.it con il titolo: I suicidi non sono aumentati per la crisi
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C'è un confine sottile tra uno sbaglio e un colpo di genio; purtroppo dovresti essere un genio per vederlo.
Sheldon Cooper
L'Italia è ancora come la lasciai, ancora polvere sulle strade,
ancora truffe al forestiero, si presenti come vuole.
Onestà tedesca ovunque cercherai invano,
c'è vita e animazione qui, ma non ordine e disciplina;
ognuno pensa per sé, è vano, dell'altro diffida,
e i capi dello stato, pure loro, pensano solo per sé
Johann Wolfgang von Goethe
Sheldon Cooper
L'Italia è ancora come la lasciai, ancora polvere sulle strade,
ancora truffe al forestiero, si presenti come vuole.
Onestà tedesca ovunque cercherai invano,
c'è vita e animazione qui, ma non ordine e disciplina;
ognuno pensa per sé, è vano, dell'altro diffida,
e i capi dello stato, pure loro, pensano solo per sé
Johann Wolfgang von Goethe